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| Nome | Abisso del Bifurto, Cerchiara di Calabria, Cosenza, Calabria, Italia |
| Continente | Europa |
| Nazione | Italia |
| Regione | Calabria |
| Provincia | Cosenza |
| Città | Cerchiara di Calabria |
| Abisso del Bifurto | |
| Descrizione | Conosciuto localmente e tra gli esperti anche come "Fossa del Lupo", l'Abisso del Bifurto è un inghiottitoio naturale che si spinge per ben 683 metri nelle profondità della terra. Situato nel comune di Cerchiara di Calabria, sul versante sud-est del Parco Nazionale del Pollino, questo sito si trova in un'area carsica straordinariamente ricca di grotte, al confine tra Calabria e Basilicata. Un paesaggio ancestrale dove queste cavità naturali hanno offerto rifugio nei secoli a popolazioni antiche, monaci eremiti, briganti e pastori. Classificato come il 40° abisso più profondo del mondo, il Bifurto è ritenuto dagli speleologi una delle grotte più impegnative da esplorare nell'intero Sud Italia. La sua scoperta ufficiale risale al 1961, quando un team di giovani esploratori del Gruppo Speleologico Piemontese si avventurò in questa remota e selvaggia area del Pollino, guidato dalla conoscenza dei pastori locali. Tra loro vi erano Beppe De Matteis e Giulio Gecchele, la cui incredibile impresa giovanile è celebrata proprio nel film di Frammartino. La spedizione decisiva del 1961 seguì un primo tentativo nell'estate del 1960, che aveva raggiunto i 440 metri, culminando nel raggiungimento della profondità record di 683 metri, come orgogliosamente riportato nel bollettino del gruppo all'epoca. L'Abisso del Bifurto è incastonato all'interno del Parco Comunale archeologico-speleologico della Cessuta, un'area protetta che fa parte del più vasto Parco Nazionale del Pollino. Questa zona offre sentieri e itinerari di trekking di grande suggestione, che si snodano attraverso boschi rigogliosi (con querce, lecci, farnetti e conifere) fino alla cima del Monte Sellaro (1439 m). La flora locale vanta anche specie rare come la magnifica Peonia maschio (Paeonia mascula ssp. Russoi). Nelle vicinanze, un'importante testimonianza storica arricchisce ulteriormente il valore della location: il Santuario di Santa Maria delle Armi. Questo splendido complesso monumentale di origine medievale (X secolo), sorto su un precedente sito monastico bizantino alle pendici del Monte Sellaro, deve il suo nome proprio alle grotte eremitiche della zona (dal greco Των αρμων, Tōn armōn, "delle grotte"). Dal santuario si gode una vista mozzafiato sulla Piana di Sibari e sul Golfo di Taranto, offrendo ulteriori spettacolari possibilità scenografiche. |
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